Le figure di Eros Mariani ci riportano indietro nel tempo in uno spazio sconosciuto dentro noi stessi dove echeggiano ancora le voci residue di un’umanità tribale.
C’è odore di sacralità nelle figure esotiche femminee, che, sfrondate da una carnalità opulenta, si innalzano annusando gli eccitanti odori di nuove promesse portati dal vento della savana. E i gesti, piccoli rituali intessuti di una lieve eleganza, risultano semplici e preziose offerte di un amore incontaminato per anime assetate e perdute.
La matrice che unisce in un abbraccio cosmico lo spazio interno del cuore a quello esterno della figura è una spiritualità al femminile; la triplice sembianza della Dea che incarna le fasi lunari e gli stadi vitali dell’esistenza, vergine, madre e vegliarda.
Il mistero dell’inizio per lo scultore parte dal medesimo punto, la singolarità, il Big Bang, che riunisce nella spirale del cerchio magico l’evoluzione della bipolarità del genere umano.
In queste figure plastiche Eros crea il prototipo del divino, la sintesi cosmogonica di un universo che si confronta nelle sue peculiarità e si confonde per le sue analogie.
L’istinto e la sensibilità dell’artista accendono la coscienza, che come una fiamma eterea, riscalda il ferro e nella fusione recupera l’energia trasformandola in spirito che anima la struttura in un armonico e sapiente atto creativo.

Liliana Visintin    

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